domenica 31 ottobre 2010

BMW o forse KMW?


Che cos'è la KMW?

In Germania, BMW sta per "Bayerische Motoren Werke" (Fabbrica Bavarese di Motori).
Come tutti sappiamo, nel mondo indifferente, capitalistico e globalizzato di oggi, la tua automobile che credi assemblata nel paese di origine del suo marchio, è in realtà il prodotto di una sinergia di numerosi paesi. Vari pezzi che costituiscono il prodotto provengono da paesi esteri rispetto al paese dell'azienda di o.
Prenderò come esempio la Dodge Colt degli anni '90. Ti aspetteresti che le auto del marchio Dodge, parte del gruppo automobilistico Chrysler, sia fabbricato proprio negli USA. Ebbene, le chiavi della Dodge Colt erano marcate "Mitsubishi"! Perché? In realtà, l'auto era un clone della Mitsubishi Mirage e le due case di produzione decisero sotto contratto, di  portare sul mercato l'auto solo sotto il marchio Dodge.
Dunque, se la Dodge in realtà era una Mitsubishi, allora doveva esser stata prodotta in Giappone, giusto? Sbagliato! La Dodge era stata affidata dalla Mitusbishi alla Daewoo, che ai tempi era una delle case automobilistiche più importanti in Corea. Facendo i conti, la Dodge era perciò prodotta ed assemblata in Corea, ma figurava come un'auto americana! Così come la Honda Civic fatta nell'Ohio, con parti prodotte in Messico e con un design Giapponese.
Inoltre, novità dell'ultima ora, la casa automobilistica Chevrolet inizierà la produzione della Chevrolet Aveo proprio in Corea a partire dal 2011.

Sì, ma KMW???

Ah già! Allora, le BMW sono formate da numerose parti prodotte proprio in Corea da 12 aziende. Per esempio, a partire dal 2013, tutti i freni della casa BMW saranno prodotti da Mando, un'azienda coreana produttrice di pezzi automobilistici.
Luglio 2010, 15esimo anniversario del BMW Group Korea.
In una conferenza stampa, un rappresentante della BMW disse che trattare con aziende produttrici coreane è davvero un buon affare poiché il tasso di cambio è parecchio favorevole e anche perché le parti prodotte sono di ottima qualità e di alta precisione. (Aggiungo, che gli stipendi coreani non sono per niente bassi.) Inoltre, le auto BMW hanno buoni riscontri sul mercato coreano, grazie anche a numerose agevolazioni economiche dovute alla grande partecipazione manifatturiera coreana.

Dunque KMW?

Evidentemente, la K significa Korea. Sì beh… sicuramente è un po' azzardato, ma ho utilizzato questo acronimo giusto per rendere l'idea che 12 (e forse ancor di più) aziende coreane partecipano alla produzione di un'auto, che andrà sotto il marchio di una sola casa "produttrice" tedesca. Sicuramente, altri paesi partecipano alla produzione di altre parti.
Concludendo, appena vedrete una BMW saprete che vi è tutta una storia alle sue spalle: un'auto, che in teoria è tedesca, ma che in pratica è formata in maggioranza da parti coreane e da altre provenienti da altri paesi.

lunedì 30 agosto 2010

Alla scoperta dello Hangul – 한글



“Poiché il nostro linguaggio differisce da quello cinese, il mio povero popolo non può esprimere i propri pensieri per mezzo dell’alfabeto cinese. Per pietà, ho creato per loro 28 lettere, che tutti possono semplicemente imparare e usare nella loro quotidianità.”


Re Sejong 세종 (1398-1450) 
Queste furono le parole introduttive del Re Sejong 세종 (1398-1450), che nel 1446 pubblicò nel suo regno un nuovo alfabeto, cosicché tutti i coreani potessero usarlo per esprimersi liberamente con la propria lingua e non più ricorrendo ai caratteri cinesi. All'epoca, solo i maschi delle famiglie aristocratiche Yangban 양반  venivano istruiti a leggere e scrivere la scrittura cinese (Hanja -한자 - 漢字). Questo rendeva la grandissima maggioranza dei coreani analfabeti. Il sovrano stesso, insieme a gruppo di letterati confuciani del Chiphyonjon, idearono un sistema di scrittura che aderiva al meglio alla lingua della penisola. Questi studiosi, membri dell’Academy of Scholars, che s’interessava a varie ricerche tra cui proprio la fonologia, erano molto preparati in materia linguistica e avevano una ricca conoscenza delle lingue asiatiche tra cui il giapponese, mongolo, mancese, cinese e hindi. 
Nacque così nel 1443 lo Hunminjeongum 훈민정음 (letteralmente: "suoni corretti per istruire il popolo”) o più semplicemente Jeongum ("suoni corretti").  Per la durata di tre anni ne fu saggiata la funzionalità, nonché studiata la ricezione da parte del popolo e fu così pubblicato nel 1446. Purtroppo il nuovo metodo di scrittura, trovò una grande opposizione da parte delle classi colte, che rivendicavano gli hanja come l'unico sistema di scrittura legittimo. A causa delle varie proteste, il governo prese successivamente le distanze dallo Jeongum. 
Il Re Yeonsangun 연산군, il decimo della dinastia Joseon 조선, nel 1504 proibì che lo Jeongum venisse studiato e usato. Rimase perciò  un metodo di scrittura usato dalle donne e dalle persone non istruite. Fino agli inizi del XX secolo, lo Jeongum era spesso denigrato da coloro che avrebbero preferito mantenere la tradizionale scrittura hanja, fu da loro pertanto appellato come: Ŏnmun (언문/諺文 – “alfabeto volgare”); Amgŭl (암클 – “alfabeto delle donne”) oppure Ahaegŭl (아해글 – “alfabeto dei bambini”). 
A seguito della Riforma Gabo (갑오 개혁) del 1894, promossa da alcuni politici pro-giapponesi, l’alfabeto coreano fu finalmente adottato nei documenti ufficiali. 


Come mai allora oggi viene chiamato Hangul? 
Il termine Hangul 한글 fu creato nel 1913 dallo studioso Ju Si-gyeong (주시경 
1876-1914), uno dei fondatori della moderna linguistica coreana. Hangul 한글 deriverebbe dall’espressione “Hannaramal” (Lettere della nazione Han). La parola Hangul fu accettata in seguito ad una pubblicazione su una rivista letteraria nel 1932. Han (한) ha molti significati, tra cui: “Corea”, “uno”, “grande” e “corretto”, mentre gul (굴) significa “lettere”, “scritto” e “linguaggio scritto”. Nella Corea del Nord l'alfabeto viene chiamato Joseongeul 조선글, mentre Urigeul 우리글 vale in entrambe le Coree.
Dopo l'annessione della Corea da parte del Giappone nel 1910, lo hangul fu insegnato per un breve periodo nelle scuole, ma tra il 1938 e il 1945 fu bandito in ossequio alla politica giapponese dell'assimilazione culturale delle popolazioni dei territori conquistati. Fortunatamente la Società degli studi dello Hangul mantenne segretamente viva la scrittura coreana.
Nel 1945, dopo aver riottenuto l’indipendenza dal Giappone, la Corea adottò lo Hangul come alfabeto nazionale ufficiale. Alcune élites avrebbero preferito mantenere un sistema misto di hangul e hanja, simile a quello giapponese, ma questo utilizzo è andato via via decrescendo soprattutto con l’avvento della tecnologia.


Com'è formato lo Hangul? 
Lo Hangul è formato dai jamo (자모) o nassori (낱소리), che sono le singole lettere che ne compongono i caratteri. Ja (자) significa "lettera" o "carattere", mentre mo (모)”madre”. Jamo (자모) sta quindi ad indicare gli elementi di base da cui si generano i caratteri. Lo Hangul è composto da 14 consonanti e 10 vocali, che danno origine anche a 5 doppie consonanti e 11 dittonghi. Delle lettere dell’alfabeto originale, alcune furono abolite, come la cosiddetta “a inferiore” araea 아래아 (ㆍ), la s sonora [z] detta bansiot 반시옷 (ㅿ), la chiusura glottidale detta doenieung 된 이응 (ㆆ), la n velare [ŋ] detta yesieung 옛이응 (ㆁ) che in seguito divenne la lettera ieung (ㅇ), la fricativa bilabiale sonora [β] o sorda [f] detta gabyeoun bieup 가벼운비읍 (ㅸ), oltre a suoni usati nelle tabelle delle rime cinesi, come la [w], la [f] (ㆄ), la [ff] (ㅹ). Inoltre anche due doppie lettere vennero abolite, la [x] detta ssanghieuh 쌍히읗 (ㆅ) e quella nota come ssang-ieung 쌍이응 (ㆀ). 
Attuale alfabeto Coreano
Sono molteplici le teorie sul perché della forma delle singole lettere dell'alfabeto. 
Le fonti e più nello specifico i commentari seguiti alla creazione, riportano come ognuno dei componenti di questa singolare scrittura rappresentino in modo più o meno analogico gli organi coinvolti nel processo di fonazione. Per esempio la ㄹ[l;ɾ] descriverebbe la forma assunta dalla lingua nella pronuncia; la ㅁ [m], altro non è che una bocca stilizzata e così via. 
Corrispondenza tra fonazione e lettera
Le consonanti aspirate sono generalmente rappresentate con l'aggiunta di un tratto alle consonanti "piane", quasi a simboleggiare l'aggiunta di materiale fonico: ㅈ-ㅊ;ㄷ-ㅌ;ㄱ-ㅋ. Non stupisce però la somiglianza tra alcune lettere dello hangul e componenti di altri sistemi di scrittura.  Allo stesso modo, somiglianze evidenti sono riscontrabili tra queste lettere e gli ideogrammi cinesi utilizzati nei sistemi di trascrizione come tra ㄹ e 乙 (non a caso, quest'ultimo aveva la funzione di segnalare il compl. oggetto 을/를). 


Nel XXI secolo:
Nel 2007 il coreano è stato scelto come una delle lingue internazionali ufficiali dall'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) sotto le Nazioni Unite. E' la prima volta che viene scelta come lingua ufficiale da organismi internazionali, il che riflette la posizione di questa lingua e metodo di scrittura nel mondo. Lo Hangul è una tra le tante fierezze della Corea, fintanto che gli è stato dedicato un giorno come festa nazionale, che nella Corea del Sud corrisponde al 9 Ottobre, mentre nella Corea del Nord è il 15 gennaio.

domenica 29 agosto 2010

Come saranno gli appartamenti del futuro?

Ho trovato questo video, che mostra come saranno gli appartamenti del futuro in Corea. Il tutto è progettato dalla Samsung Electronics. 
Questa casa super-tecnologica sembra essere molto confortevole, pratica e con mille funzioni come le etichette sotto ai piatti, che ne riconoscono il contenuto e vi consigliano quali ricette si potrebbero cucinare con quel cibo!!!
Essendo già i prezzi delle case a Seoul molto alti, non posso immaginare quanto costi una casa simile.
Il mondo soffre di seri problemi riguardo all'innalzamento della temperatura e alla mancanza di energia. Una casa simile dove tutto funziona grazie a energia elettrica, persino il tavolo e le sedie, potrà davvero essere la casa del futuro? Oppure sarà più sicuro e saggio pensare ai disastri ambientali e vivere in una casa "normale"?
Forse l'idea migliore sarebbe di mettere queste case futuristiche a disposizione di un hotel, cosicché chi fosse interessato a provare la sensazione di vivere circondato da tecnologia potrà farlo ad un prezzo accessibile. 

venerdì 30 luglio 2010

JJimjilbang (찜질방), le saune coreane

Stanza comune in una jjimjilbang.
Oggi vi parlo delle saune coreane dette jjimjilbang 찜질방.
Le Jjimjilbang variano di misura e qualità. Il prezzo d'entrata è di circa 3€ per le saune standard, mentre per quelle di alto livello è di circa 20€. 
Vi sono vari tipi di saune e quella più conosciuta è la tradizionale hanjeungmak. Questa sauna si presenta come una grotta con un sistema di riscaldamento simile a quello di un forno per ceramica, questa sauna, infatti, è molto adatta per persone con pressione bassa, dolori muscolari e alla schiena.
All'entrata si viene forniti di maglietta e pantaloncini (uguali per tutti), salviette e chiave per l'armadietto dove poter lasciare i propri indumenti ed oggetti vari. Bisogna però ricordarsi di portare il proprio sapone. Inoltre, puoi persino chiedere al personale di lavare e stirare i tuoi vestiti. Tutto compreso nel prezzo!
Prima di entrare nel jjimjilbang bisogna lavarsi. Le docce sono comuni e divise per genere, inoltre è proibito indossare indumenti per lavarsi. Per noi "occidentali" (spero mi diate il permesso di utilizzare questo termine, ché in un mondo multiculturale perde di significato), ci pare cosa strana doversi lavare tutti nudi di fronte ad altre persone, ma vi assicuro che non vi guarderà nessuno poiché sono tutti intenti a lavarsi e a grattarsi con una spugna ruvida. Dunque, non vi è alcun motivo per sentirsi a disagio. Si può anche richiedere un trattamento personale per farsi strofinare la schiena con un'aggiunta che varia dai 7 ai 15 euro. 
Tipo di cottura: Huangtorang (황토랑).
Patbingsu (팥빙수)
Dopo la doccia si può scegliere di fare dei bagni caldi per aprire i pori della pelle affinché tutti i trattamenti abbiano un effetto benefico maggiore.
Dopodiché si entra nelle stanze comuni dove la temperatura è elevata ed ognuna di esse è adibita ad un'attività: vi sono stanza dove si possono sorseggiare tè, tisane calde e fredde (come il Shikye 식혜, una bevanda fredda a base di riso fermentato), mangiare uova cotte a vapore nel cuociriso oppure il patbingsu (팥빙수), la tipica granita coreana. In altre stanza dove guardare la TV o navigare su Internet. Ovviamente bisogna essere vestiti con la maglietta e pantaloncino forniti all'entrata! In genere si cammina a piedi nudi, ma in certe saune si possono richiedere delle ciabatte.     
Insomma, le saune coreane assomigliano in un certo senso ai hammem (حمام) arabi o alle moderne SPA, con la sola differenza che il tuo biglietto vale 24h! Eh già… si può rimanere a dormire nelle saune tranquillamente. È all'ordine del giorno incontrare uomini che discutono d'affari tra di loro oppure donne che si ritrovano per parlare del più e del meno.
Ogni jjimjilbang fornisce diversi trattamenti, che vanno dalla cura facciale, alla pedicure, manicure, massaggi, bagni di tè verde, agopuntura ecc. 
La jjimjilbang è un luogo dove rilassarsi ristorando il proprio corpo da un intenso periodo di lavoro, un luogo dove curare la bellezza e i dolori muscolari, nonché per fare due chiacchiere. 

martedì 27 luglio 2010

Banpo, una fontana color arcobaleno!

English version HERE.

Il ponte Banpo attraversa il fiume Han a Seoul. Recentemente, il ponte ha subito delle modifiche che l'hanno reso una sorta di attrazione turistica con l'intento di mostrare la grandiosità dell'high tech coreano. Il ponte si è infatti trasformato in una modernissima fontana, attrice di uno show acquatico multicolore. Ovviamente, è tutto gratuito! 

"Banpo Moonlight Rainbow Fountain (così si chiama la fontana) è il più lungo ponte-fontana con circa 10.000 LED che si muovono da entrambi i lati del ponte per una lunghezza di 1,140m emettendo 190 tonnellate d'acqua al minuto. Se visitate Seoul, quest'attrazione è un MUST." 
Ovviamente, si utilizza l'acqua direttamente dal fiume ed il meccanismo è messo in funzione grazie ad Energia Verde. 
Vi allego un video che mostra la fontana in funzione:

sabato 8 maggio 2010

Jeongshik, Deluxe Korean Cuisine

I found this article about the Korean food really interesting and I decided to post it here. It's important to know something about other culinary cultures because it helps you discovering new tastes and maybe it also gives you some ideas for new creations! Here is the article:

What is Jeongshik?

Jeongshik(정식) is a hard word to translate into English. My favorite online dictionary says it’s called “table d’hôte” in English but what does that mean? I’ll try to explain it. Those familiar with Korean food and the Korean language probably know what panchan (반찬) is, yet this too is inadequately translated as “side dish”. Panchan is basically anything edible on the table that isn’t rice or the main course. So, jeongshik is basically a meal with so much panchan that the main course isn’t quite recognizable.

Where can I go to experience jeongshik?

Well, if you aren’t in Korea, try going to a Korean restaurant in your city and ask them if they have it. If you are in Korea, there are many jeongshik restaurants. I’ll tell you about one in particular.

It’s in Insadong.

Insadong is the traditional district of Seoul located between Anguk and Jonggak subway stations. I’m personally not a big fan of this area at all, but I found myself there for some reason.

If you don’t like Insadong, how do you know about this place?

Well actually, I was in Insadong and I was hungry. I turned down an impossibly narrow alley and headed into the first restaurant that I saw. Suddenly two people walking past the restaurant said that it’s not a good place to eat, so I decided I’d follow them to see where they were eating. I followed them down one alley, then turning down another, and finally turning down a third alley in a network of tiny alleyways that would be impossible to explain, so I have provided a map. It was there that I found the restaurant called Ongdalsem.

About Ongdalsem

Ongdalsem (옹달샘) means “spring” (as in the water flowing from a rock kind). And low and behold, once I stepped into the restaurant, there was a spring (albeit artificial) right outside the window. The restaurant had a very nice interior, constructed to look like a centuries old Korean house. Everything was made of wood. The atmosphere created by the flowing water and wooden interior was really nice.

The place was also quite busy with the lunch crowd, and I think they were a bit understaffed. It took them a while to give us our meal, but it wasn’t because of bad service. As you can see from the pictures, there’s so much panchan that it’s difficult to see what the main course is. The idea of jeongshik is then to give you a taste of everything from pickeled vegetables, to meat, to fish, and also soup. The meal itself was very delicious, and at 10000 won ($8.7 US) per person, it’s not that bad of a deal.

(Souce: The Seoul Searcher)